Visite record per Facies Passionis

 

Domenica chiude i battenti, il commento del priore dell’arciconfraternita del Carmine
pubblicato il 11 Febbraio 2023, 13:29
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Chiude i battenti domenica sera, dopo il concerto del coro di Corigliano Calabro che si terrà alle ore 20, la quarta edizione della mostra “Facies Passionis-I volti della Passione”, organizzata dall’arciconfraternita del Carmine, che ha registrato un’affluenza record di visitatori, con la partecipazione anche di molte scolaresche. I tarantini (ma anche molti provenienti dalle vicine province) hanno ammirato gli splendidi quattordici simulacri portati in processione nelle Settimane Sante di alcuni comuni di Calabria, Sicilia, Basilicata oltre, naturalmente, della nostra Puglia.

A corollario della rassegna, si sono svolti ogni sera apprezzati  concerti di corali in chiesa e delle bande musicali in piazza; domenica mattina, a tal proposito, alle ore 11.30 si esibirà il complesso bandistico “Santa Cecilia – G. Sgobba” di Noci diretto dal m. Giacomo Lasaracina con le musiche tradizionali che caratterizzano i Riti del comune barese.

Il programma della giornata di domenica prevede anche alle ore 17 nell’ex chiesetta del Polo Universitario, in via Duomo l’incontro conclusivo con le delegazioni dei partecipanti alla rassegna e alle ore 18.30, nella cappella dell’istituto Maria Immacolata, la santa messa di ringraziamento concelebrata dai padre spirituali.

Ecco il commento, a conclusione di Facies Passioni 2023, del priore dell’arciconfraternita del Carmine, cav. Antonello Papalia: “Ci prepariamo alla giornata conclusiva, quella di domenica, dove, nel Polo universitario, le delegazioni delle confraternite partecipanti all’evento avranno modo di confrontarsi e trovare un’opportunità di condivisione delle proprie tradizioni. E’questo l’aspetto più importante della rassegna perché in tal modo si riesce a creare quella rete e quella sinergia fra le realtà diverse che consente la reciproca conoscenza”.

Il momento più bello vissuto in queste giornate?

“Certamente – dice il priore  – quello dell’apertura è stato un momento molto emozionante in quanto da organizzatori constatiamo il felice coronamento di tutte le nostre fatiche. E’ vero che la mostra dura cinque giorni, ma alle spalle ci sono mesi di lavoro organizzativo per la concessione dei vari permessi, gli spostamenti delle statue, l’accoglienza delle delegazioni delle confraternite partecipanti… E’ stato molto faticoso, ma alla fine siamo rimasti oltremodo soddisfatti dei risultati ottenuti”.

Cosa l’ha particolarmente colpita?

“La fiducia con cui questi sodalizi si sono avvicinati al nostro, testimoniandola con l’aver messo a nostra disposizione ciò che per loro è più prezioso, cioè questi meravigliosi simulacri che i tarantini hanno potuto ammirare”.

Quale il rapporto più significativo che si è riusciti a instaurare?

“Senz’altro con il ceto di Trapani, i cui appartenenti sono stati felicissimi di venire a Taranto, rafforzando ulteriormente un vincolo di amicizia già abbastanza consolidato. Ma anche con gli altri partecipanti si è vivificato il bel rapporto di amicizia. Tutti hanno apprezzato il fatto che la nostra rassegna è stata l’occasione di illustrare e spiegare le rispettive tradizioni con persone che magari non ne erano a conoscenza, così da farle apprezzare. E in tal modo viene fuori quell’essere confratello che orgogliosamente parla di ciò che vive in special modo durante la Settimana Santa”.

E per l’anno prossimo?
“Per l’anno prossimo… vedremo!”

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