Forse il più travagliato fra i molti DPCM che hanno scandito questa lunghissima emergenza sanitaria, è stato firmato nella notte (e reso pubblico questa mattina) il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 4 novembre 2020, che segna un’ulteriore, decisa stretta agli spostamenti, per cercare di arrestare una crescita dei contagi che pare inesorabile.
Al centro di un duro confronto con le Regioni, il nuovo decreto crea i presupposti per una suddivisione del territorio nazionale a seconda delle aree di rischio.
Le misure nazionali
Poco cambia a livello nazionale (e quindi per le aree cosiddette gialle). Le misure restano sostanzialmente le stesse già previste dal DPCM 24 ottobre (le avevamo spiegate qui), con in aggiunta:
- Coprifuoco dalle 22.00 alle 5.00
- Chiusura dei negozi non essenziali nei festivi e prefestivi
- Didattica a distanza al 100% per le scuole superiori e per le Università (con l’eccezione delle matricole
- Stop ai concorsi pubblici (ad eccezione di quelli dei medici e operatori sanitari)
- Capienza massima ridotta al 50% sui mezzi di trasporto pubblici
- Chiusura dei musei
Zone arancioni e zone rosse: cosa significa e chi decide
Misure più restrittive saranno previste per le regioni classificate come zone «caratterizzate da uno scenario di elevata gravità» o «da uno scenario di massima gravità». Già, ma cosa significa?
Gli scenari (numerati come 3 e 4) sono quelli, già noti da diverso tempo, previsti da un documento dell’Istituto Superiore di Sanità: “Prevenzione e risposta a COVID-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno invernale” (qui il link per scaricarlo dal sito dell’ISS). Il documento, come opportunamente precisato all’interno del DPCM, è stato «condiviso dalla Conferenza delle Regioni e Province autonome l’8 ottobre 2020». Regioni che oggi reclamano un’autonomia decisionale che il Governo non ritiene più coerente con la gravità della situazione.
Ecco perché il DPCM inaugura un meccanismo semi-automatico di decisione: ogni settimana il Ministero della Sanità, sulla base dei dati dei contagi (provenienti dalle Regioni stesse) aggiornerà l’elenco delle aree di rischio. A ciascuna area si assegneranno specifiche restrizioni.
Zone arancioni: spostamenti limitati e chiuse attività di ristorazione
Nelle zone cosiddette arancioni (quindi anche in Puglia) le restrizioni specifiche sono:
- Spostamenti vietati in ingresso e in uscita dalle regioni indicate
- Spostamenti vietati da un Comune all’altro «salvo che per comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili in tale comune»
- Chiusura di bar e ristoranti; possibilità solo di asporto fino alle 22.00 e consegne a domicilio.
Zone rosse: è lockdown (ma scuole aperte)
Per le regioni classificate come zona rossa si ritorna, di fatto, al lockdown della primavera scorsa, dunque:
- Divieto di tutti gli spostamenti, se non «motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute».
- Chiusura di tutti i negozi, ad eccezione di
- Alimentari
- Farmacie e parafarmacie
- Edicole
- Tabaccai
- Parrucchieri
Una differenza fondamentale, però, c’è: continuano in presenza le lezioni delle scuole materne, elementari e degli studenti della prima media.
Ristori economici, domani in CdM il Decreto
Sarà discusso con ogni probabilità già domani (come anticipato dal Presidente Conte in conferenza stampa) il nuovo Decreto-Legge che dovrà stanziare i fondi per ristorare economicamente le attività che dovranno chiudere a causa delle nuove restrizioni, che saranno in vigore a partire da venerdì 6.
Fra
Come mai la Campania è diventata zona gialla ? Paura forse ,oppure noi con questo Emilio abbiamo meno possibilità rispetto i campani che stanno più uccisi di noi ?. Che passi in fretta questo periodo spacca maroni .